E’ una sensazione che ho spesso quando guardo alla mia vita a Pune di soli 6 mesi fa.
È come se qualcuno all’improvviso avesse strappato la pagina di un libro che stavo leggendo.
L’ho lasciato sul comodino la sera prima ed il giorno dopo era stato strappato.
E’ successo tutto così in fretta.
Siamo andati via temporaneamente dall’India perché avevamo avuto sentore di quello che stava per arrivare e che ora ahimè è su tutte le news del mondo.
Nel nostro caso specifico mio marito era stato bloccato fuori dal Paese quando l’India ha chiuso le frontiere all’Italia e così dopo un mese di interrogativi sul da farsi, siamo volati verso quello che all’epoca era l’epicentro del Covid mondiale.
Il viaggio di 26 ore da sola con 3 bambini con mascherine e gels, rimandato due volte, perchè avevano avuto la febbre, vale un articolo a se’… se mai lo scriverò, ma per ora lo voglio solo archiviare nel capitolo “imprese” personali.
La nostra casa di Pune è ora li vuota con tutte le nostre cose dentro.
Quando sono partita, mi sono chiusa la porta dietro con la netta sensazione che avrei potuto rivedere più niente di casa mia.
I nostri amici, vicini di casa sono andati via uno ad uno in questi sei mesi, pochissimi sono ancora rimasti lì.
E la maggior parte di loro più passa il tempo e più sa o decide che non tornerà più indietro.
Non ci saranno i saluti di rito, ne tra i grandi, ne tra i piccini, niente Farewells, ne tanto meno abbracci e arrivederci.
Tutti catapultati altrove in situazioni più o meno stabili, chi a casa propria, chi ospite di qualcuno, chi in terre di mezzo in attesa di capire che cosa ha senso davvero fare.
A volte mi pare di aver sognato, di aver vissuto in una realtà parallela che credevo fosse reale ed invece non lo era.
Un po’ come nel film “Others”, dove Nicole Kidman scopre alla fine del film di vivere in una realtà parallela ad un’altra, dopo aver passato tutta la sua vita a pensare che la sua fosse quella reale .
Persone, abitudini, luoghi mi passano nella testa come dei flash.
Dalle mattine alla fermata dello school bus, al fare due chiacchiere con altri genitori assonnati, ai vicini di casa incontrati in ascensore, ai progetti e riunioni di lavoro, alla scuola, le feste di compleanno … puff tutto sparito! Gone!
E tutto si sta anche progressivamente sbiadendo nella memoria con il tempo, forse anche per un naturale meccanismo di difesa.
Questo strappo mi fa riflettere che davvero si passa molto tempo a fare programmi, a pensare di avere tutto sotto controllo, a prendersela per cose e persone che poi scompaiono …
E così tutto diventa relativo.
Quello che rimane alla fine e’ ciò che hai dentro ed è più vicino a te. La famiglia, i rapporti sinceri.
Le cose rimangono cose, le frequentazioni occasionali spariscono e ciò mi insegna che e’ importante davvero dare a tutto e tutti il giusto peso. Ridimensionare e ridimensionarsi.
Smettere di accumulare in ogni senso.
Rimane un senso di incompiutezza quello sì che a tratti riesco a far andare giù, ma che a tratti torna su. Ma ci sta!
Siamo stati tutti buttati in una nuova vita con una spinta da dietro che non ci aspettavamo e che non prevede un tasto “rewind”.
Rimango tra i fortunati che in qualche modo hanno trovato una terra di mezzo familiare, dove i bambini stanno riscoprendo le loro origini che fino a questo momento avevano solo visto attraverso le azioni e riti in famiglia.
Non mi rimane che elaborare questo strappo con pazienza e accettando queste oscillazioni.
Ciò che conta davvero non è andato perso, non saprò mai cosa ci sarebbe stato scritto in quella pagina che è stata strappata così impunemente, ma ne ho sicuramente molte altre da scrivere!
Monica
Non deve davvero essere stato facile. Complimenti per il tuo coraggio di fare le valigie in fretta e furia e il tuo ottimismo.